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Autostima.

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“C’era una volta un Brutto Anatroccolo… l’Anatroccolo sorrise felice alla sua nuova famiglia, ma loro non contraccambiarono il saluto… e il mondo non gli sembrò più così grande e bello…”.Il termine autostima significa “la considerazione globale che un individuo ha di se stesso”, viene da “aestimare” che significa “valutare” nel senso di “determinare il valore di qualcosa”, ha quindi a che fare con l’autodeterminazione del proprio valore (non fa quindi riferimento a capacità oggettive ma semmai auto-percepite).Viene da sé che per potersi dare una valutazione occorre avere consapevolezza profonda di sé, sapere quali sono i propri punti di forza e debolezza, conoscere i propri obiettivi a lungo e breve termine e sapere se e quali strumenti si hanno a disposizione per raggiungerli.Le persone con alta autostima non sono necessariamente più dotate (più intelligenti, più competenti, più attraenti); ciò che le distingue sono le convinzioni circa la loro capacità, i loro atteggiamenti, i loro successi e fallimenti.Si crea così un circolo vizioso per cui chi ha un’alta autostima, pur essendo soddisfatto di sé, lavora per migliorarsi ulteriormente, e chi, invece, ha una bassa autostima tende ad impegnarsi poco, ad essere sopraffatto dall’ansia e a non persistere nello sforzo quando i primi tentativi sono inefficaci.Esistono sicuramente delle strategie cognitive utili per migliorare la propria autostima, come ridimensionare i propri obiettivi, assegnare selettivamente importanza agli scopi che siamo in grado di raggiungere, non attribuirsi tutte le colpe di un fallimento, non essere troppo rigidi nella propria autovalutazione, imparare ad essere assertivi…Spesso, però, non si tratta tanto o solo di imparare queste strategie quanto di darsi il permesso di un’accettazione globale di sè così come si è, nonostante i propri difetti ed a prescindere dalle proprie prestazioni. Nella mia esperienza di terapeuta i problemi di autostima sono spesso collegati alla percezione di un grosso divario tra quello che intimamente si ritiene di valere e quello che si è riuscito a dimostrare nella vita fino a quel momento. Un’autostima bassa corrisponde quindi alla percezione che in realtà si potrebbe fare ed essere molto e molto di più: ciò è reale perché quasi sempre queste persone non hanno espresso le loro reali potenzialità o perché non aiutati dall’ambiente in cui sono cresciuti o magari perché molto diversi dalle persone che hanno avuto vicino, quindi fondamentalmente incompresi nel profondo. Certe volte però occorre anche “smascherare” un’idea profonda di sé troppo idealizzata che ha il sapore della rivalsa in chi probabilmente nella vita ha dovuto subire parecchio (“ve lo faccio vedere io…”) e che purtroppo serve soltanto a creare delle aspettative talmente alte da peggiorare ulteriormente l’autostima. “Honk!Honk! Lo richiamarono gli amici, che non volevano vederlo andare via. Ma allora sono un cigno! Pensò il Brutto Anatroccolo meravigliato…e il mondo gli sembrò grande e bello…”

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