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La mente nel presente.

La nostra mente è fatta per vagare: la sua funzione naturale è di raccogliere informazioni, rassicurarci nell’incertezza, proteggerci da ciò che non conosciamo. Memoria delle esperienze passate e pianificazione delle cose future sono le funzioni che più comunemente adottiamo per orientarci: passato e futuro guidano i nostri comportamenti, influenzano le nostre scelte, rafforzano le nostre abitudini momento dopo momento.Solo quando prendiamo una consapevolezza profonda della nostra mente renderci conto possiamo di cosa sta succedendo ora veramente. Se soltanto focalizziamo la nostra attenzione verso il mondo che sta intorno a noi ci rendiaamo di quali potenzialità ha la nostra mente di stare qui, ora.

"Mattia e il nonno andarono lungo il fiume in silenzio. Ad un certo punto Mattia vide un bellissimo cavallo in mezzo alla campagna che stava di là dal fiume e un ponte che doveva portarlo di là nella campagna dove c’era il cavallo. Il ponte sembrava vicino, ma non si avvicinava quanto avrebbe voluto, benchè lui e il nonno continuassero a camminare.

Nonno, il ponte resta lontano- disse Mattia

Già- rispose il nonno

Perchè?

Forse lo stiamo desiderando troppo.

Come?

Quando una cosa si desidera troppo non arriva mai- disse il nonno.

Ma prima o poi arriva?

Si, ma chissà quando.

Il ponte adesso sembrava perfino più lontano.

Proviamo a correre- disse Mattia

non credo funzionerebbe.

Si misero a correre, ma il ponte non si avvicinava, anzi ora pareva perfino più lontano.”

Un atleta che si è preparato tanto per un traguardo è un po' come Mattia impaziente di arrivare al ponte: il ponte èil trofeo, la medaglia, la vittoria. l’atleta, come Mattia, è ansioso di raggiungere il suo traguardo. Questa urgenza ti può far piombare nella fretta, una sensazione sgradevole di non esserci, di essere fuori gara, fuori tempo, incapace di decidere, ostaggio del dubbio e dell’incertezza.

“Allora provarono a non desiderare il ponte....Mattia pensò che stava facendo solo una camminata sul fiume e non gli importava nulla di quel ponte...ma il ponte non gli credeva e restava sempre lontano. Lungo la sponda sinistra, più avanti non c’erano nè cavalli, né girasoli: però c’era un campo di fieno appena tagliato...Il vento portava l’odore dell’erba appena tagliata e Mattia respirò profondamente, quasi stordito. Pensò che doveva essere bello andare su quei mucchi di fieno tagliato.

ci andiamo nonno?

Dove?- rispose il nonno, che era fermo all’imbocco del ponte.”

(tratto da "Mattia e il nonno" di Roberto Piumini)

Mattia ha un segreto: i sensi.

I sensi sono ciò che ci mette in contatto con il momento presente. Se sei un motociclista e non senti più l’odore della benzina, comincia ad allenare il tuo olfatto, se sei un corridore, inizia a sentire il rumore dei tuoi appoggi, se sei un golfista ascolta la saggezza  delle tue mani sul putt, se sei un tennista fatti conquistare dal tocco della palla sulle corde.

Chi sei?

Sono questo momento.Per questo le tecniche devono essere incorniciate in un percorso che rispetti la persona, prima che l’atleta che si ha di fronte. Un lavoro di preparazione mentale ha l’obiettivo di aiutare l’atleta a trarre il massimo profitto dalle sue risorse nel momento giusto. Il lavoro di preparazione mentale si configura più come un supporto alla capacità di focalizzarsi sul presente da parte dell’atleta.  La tendenza degli atleti, soprattutto i più evoluti, a darsi istruzioni su come fare un gesto o un’azione è di ostacolo alla focalizzazione sul compito (task involvement) ed attiva una modalità di processare le informazioni che ostacola l’unità mentecorpo. L’intervento cospicuo dell’emisfero sinistro, fatto di verbalizzazioni e giudizi è d’ostacolo al miglioramento della focalizzazione sul presente e l’atleta svilupperà una tendenza a dare un giudizio in termini bene-male alla propria prestazione.

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