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Uno dei fenomeni più affascinanti della natura è la marea. In alcuni luoghi dell'oceano le escursioni del mare sono addirittura impressionanti. Arrivi in spiaggia, osservi dove arriva il mare, poi ti stendi sulla sabbia vicino al mare. Dopo un pomeriggio passato lì in riva al mare, ti accorgi tutto ad un tratto che il mare è 50 metri più avanti e ha lasciato sul fondo mille conchiglie che i bambini vanno frettolosamente a raccogliere.​

​Tu non te ne sei accorto ma ad un certo punto il tuo occhio nota la differenza. Il benessere psicologico dell'atleta è un pò come la marea. Ti alleni duramente, quello che fai ti piace, non smetteresti mai, poi ad un certo punto, incontrando alcune difficoltà sul tuo cammino non ne puoi più. Ti sei accorto di avere dato tutto e anche di più, hai prosciugato le tue energie e quello che prima ti sembrava piacevole ora ti fa arrabbiare o innervosire: choking, slump, burnout, sono alcuni termini più o meno ricorrenti nellla cultura psicologica. Senza accorgersi si scivola in uno stato di riserva da cui la mente fa fatica a risollevarsi. Nella mia esperienza ho acquisito sempre più informazioni su quanto è importante in un lavoro di preparazione mentale favorire nell'atleta una presa di coscienza dei propri livelli di benessere, soddisfazione e felicità in gara. E' una prospettiva insolita ma anzichè focalizzare l'attenzione su ciò che non va in un atleta (che in realtà è un sistema pressochè perfetto in ciò che fa) cerco di focalizzarmi sulle risorse che ha a disposizione. Se un atleta entra in pista, sul campo o sul terreno di gioco con un buon livello di felicità siamo certi che quell'atleta sta utilizzando le sue risorse più profonde e funzionali come motivazione intrinseca, senso della sfida, essperienza autotelica (il piacere di fare una cosa per il semplice gusto di farla). Da 1 a 10 quanto sei felice quando vai in gara? La psicologia dello sport si pone come obiettivo l’ottimizzazione del rendimento dell’atleta e il miglioramento delle capacità di adattamento dell’individuo di fronte alle sfide. Le elevate e spesso pressanti richieste di compiti e gesti motori raffinati, precisi ed efficaci predispongono l’individuo a perseverare di fronte alle difficoltà portandoli al perfezionamento delle loro abilità tecniche, coordinative e fisiche e delle loro capacità psicologiche di gestione dell’ansia e dello stress. Tuttavia la ricerca di un performance continuamente al di sopra delle proprie possibilità spinge l’atleta ad una continua tensione al di fuori della comfort zone, spesso in una condizione di ansia che deve essere compensata con l’apprendimento di nuove abilità. Questa continua spinta al miglioramento può favorire nella popolazione sportiva una tendenza ad una forma di perfezionismo maladattivo. È stato dimostrato infatti che sebbene molti sport spingano gli atleti ad una costruzione pressochè perfetta della loro prestazione sportiva, una certa tendenza perfezionistica associata alla preoccupazione di dovere raggiungere la perfezione in gara e in allenamento peggiora la performance e favorisce un senso di insoddisfazione per la propria performance. All’interno della psicologia sportiva si sta facendo strada la tendenza a considerare il benessere dell’atleta e non soltanto la prestazione sportiva. In linea con le teorizzazioni della psicologia positiva l’attenzione si sta spostando sulla qualità della vita degli sportivi. Trasportate nell’ambito sportivo le linee guida della psicologia positiva di permettere un’esperienza personale positiva del presente, del passato e del futuro e sviluppare i punti di forza delle persone permettono di sviluppare nuovi interventi in psicologia dello sport, volti a potenziare le risorse della persona-atleta, promuovendo così una migliore qualità dell’esperienza di gara e di allenamento e non solo di ridurre e di compensare le limitazione e le carenze. La psicologia positiva applicata allo sport mira quindi a valorizzare vissuti psicologici di benessere dell’atleta, a indagare attraverso lo studio e l’applicazione gli effetti della preparazione mentale sull’espressione del potenziale della persona.

Sei felice quando vai in gara?

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